zanzare    

4. A renderci più “appetitosi” sono: l’attività fisica (le zanzare sentono l’odore dell’acido lattico, dell’ammoniaca e dell’acido urico espulsi con il sudore), l’alcol, perché aumenta la temperatura corporea e ci rende più riconoscibili. E soprattutto le colonie di batteri che albergano nei pressi di piedi e caviglie (Il che spiegherebbe perché pungono soprattutto alle estremità).

5. Analisi scientifiche hanno dimostrato che le zanzare a parità di scelta preferiscono il sangue del gruppo “0” più che quello del gruppo “B” e circa il doppio di quello del gruppo “A”. Al sicuro solo il gruppo sanguigno A

6. Il dolore e il prurito sono dovuti al rilascio di istamina nel nostro corpo in risposta alla saliva (tossica per noi) che la zanzara ci inietta per intensificare l’afflusso di sangue ed evitare che coaguli, mentre se ne nutre. La reazione cambia di persona in persona. Gli esperti consigliano di non grattarsi: servirebbe solo a muovere i residui di saliva, aumentando così la risposta all’istamina. Meglio lavare le punture con sapone neutro e acqua fredda.

7. Le zanzare non esistono in tutto il mondo: In alcuni paesi come l’Islanda e le isole Faroe sembra che non ce ne siano. Ma il freddo non c’entra (in Norvegia, per esempio, le zanzare ci sono). Potrebbe invece dipendere dalla chimica dell’acqua e della terra.

8. Hanno bisogno dell’acqua per vivere e riprodursi. Sono in grado di colonizzare anche le acque più povere di ossigeno. Partono dall’acqua e lì tornano.
9. In Italia ci sono 60 specie di zanzare: 12 sono le Culex, nome della specie più diffusa; 3 le Anopheles, che veicolano la malaria; poi ci sono le Aedes, cui appartiene la zanzara tigre e la «zanzara coreana», Aedes koreicus, ultima arrivata, segnalata nelle zone montane del Bellunese.

10. Alcuni alimenti hanno una provata capacità di tenere lontane le zanzare: l’aglio, perché le irrita e confonde (anche se alcuni studi recenti avrebbero sfatato questo mito). Anche carote e peperoncino sono considerati repellenti naturali, per lo stesso motivo. Tra i colori, il nero e il rosso sono i più attrattivi, mentre il bianco è il meno attrattivo.

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anidride carbonica all’acido lattico, di cui sono ghiotte.

il gruppo sanguigno. Zero, seguito dal tipo B, fa più gola degli altri, mentre A non se lo fila nessuna zanzara

E, sempre nella scheda del profilo ideale, compaiono la temperatura del corpo (le donne in gravidanza, in genere, emanano più calore) e chi beve birra a gogò. Inconfondibili, le punture, lasciano sulla pelle il caratteristico ponfo. All’origine della catena infiammatoria c’è sempre la saliva della zanzara che, una volta inoculata attraverso il minipungiglione, causa il rilascio di istamina da parte del nostro corpo. E poichè l’istamina è un agente infiammatorio, a sua volta, è responsabile della reazione allergica. Che nei soggetti sensibili produce gli effetti maggiori, dal lieve rossore fino al prurito intenso che fa scattare la reazione del malcapitato. Se la puntura arriva di notte, il risveglio è brusco. Con la mano che corre veloce nell’area colpita. Ci si gratta al punto da procurare una lesione della cute fino a farla sanguinare. E fin qui, basta difendersi e adottare qualche precauzione. Ce ne sono tante.

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Come difenderci? Okay ai metodi naturali, ma nessuna garanzia. Si parte da aceto e limone, entrambi utili a tenerle lontano. Poi, le piante: gerani e lavanda emanano un profumo che alla zanzara non piace.

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Variegato il mondo dei dispositivi, dalla lampadina gialla all’emanatore: le piastrine contengono insetticidi sintetici (piretroidi) che funzionano sulle zanzare ma imporrebbero le finestre aperte. Effetto repellente anche dagli abiti in resina acrilica. E per tutelare i bambini?«Zone paludose off-limits per quelli allergici, indossare indumenti con maniche lunghe e no ai saponi profumati risponde Annamaria Mazzotta, dermatologa al San Camillo di Roma - e per prevenire vanno bene repellenti, come il ditterex, a base di omeopatici». Una volta punti, se la lesione è unica, va bene la crema antinfiammatoria non steroidea, se ci sono più punture si associa un cortisonico locale. E se si gratta di notte ci vuole l’antistaminico per bocca». C’è chi teme la leishmaniosi trasmessa dai cani: «Potenzialmente il rischio umano c’è, ma è rarissimo - dice il garante dei diritti degli animali di Napoli, Stella Cervasio - Invece per Fido è concreto e, a volte, mortale. Farlo dormire al coperto è la prima precauzione, la pipetta di permetrina lo tutela ma solo in parte. Vaccino costoso e non garantisce».