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formattazione a basso livello “moderna”: questa non è altro che la scrittura di valori zero o comunque casuali in tutto il disco. Niente a che vedere con la formattazione a basso livello “reale” ossia quella che permetteva di sistemare davvero i dischi quando comandava la meccanica e non l’elettronica!

identificare il disco da formattare:

Il primo step fondamentale è riconoscere con estrema precisione il nome e il percorso di mount dell’hard disk da cancellare; per farlo possiamo farci aiutare da Gparted, oppure usare il comando fdisk -l per identificare l’HD:
sudo fdisk -l  ==>  Con fdisk -l si identifica il dispositivo che si vuole formattare a basso livello( nel mio es. sda).

Nel mio caso il nome dell’hard disk è /dev/sda, che ritroviamo nel 99% dei casi (in altri scenari potrebbe essere assegnato sdb o hda, in base a quanti dischi rigidi sono presenti nel sistema).

ATTENZIONE: dd è uno strumento altamente distruttivo, se maneggiato erroneamente renderà irrecuperabile qualsiasi bit passato al suo setaccio. Agite con estrema cautela!

Con il percorso del nostro disco rigido (nel mio caso /dev/sda) e con il terminale pronto all’uso digitiamo il seguente comando

sudo dd if=/dev/zero of=/dev/sda bs=512

ovviamente sostituiamo /dev/sda con il percorso del nostro disco rigido scelto. Il funzionamento del comando indicato è semplice: abbiamo ordinato a dd di riempire ogni settore del disco con uno zero, sostituendo ogni cosa che trova e azzerando la struttura del file system eventualmente presente. In alternativa possiamo usare dei dati casuali al posto degli zeri per riempire i settori.

sudo dd if=/dev/urandom of=/dev/sda bs=512

Con tale comando ordiniamo a dd di riempire con dati assolutamente casuali (0 e 1 senza alcuna codifica) per sovrascrivere efficacemente ogni settore del disco. Entrambe le procedure sono valide e ugualmente efficaci. Il processo è davvero molto lungo, anche con i moderni SSD e CPU quad-core (anche più di 3 ore): quindi mettetevi comodi oppure avviate tale procedura durante la notte! Il risultato finale sarà un disco ben eradicato, senza alcuna struttura logica (niente MBR e Tabella partizioni, da creare a parte se interessati) come appena uscito di fabbrica!

Durante la cancellazione del disco dd non vi mostrerà nulla se non ad operazione completata: durante il processo vedrete solo il terminale nero con il cursore del mouse lampeggiante!

Per verificare la velocità di dd e l’eventuale tempo già impiegato basterà aprire un altro terminale (senza chiudere quello dov’è in esecuzione dd) e lanciare.

kill -USR1 $(pidof dd)

Ora tornando nella finestra di terminale di dd vedremo l’output con la velocità di dd e il tempo trascorso.

Con i normali strumenti di recupero file (Recuva per esempio) non è possibile recuperare i dati cancellati. In ambito professionale e forense esistono programmi speciali e molto costosi che “leggono” le impronte magnetiche (nel caso degli HDD) o elettriche (nel caso degli SSD) lasciate da un singolo bit eradicato con la formattazione a basso livello, rendendo possibile il recupero del bit (e del file finale) in un buon 52% dei casi. Tale percentuale si abbassa notevolmente se il processo di formattazione viene ripetuto numerose volte: si consiglia di utilizzare almeno 7 passaggi di dd per cancellare hard disk da ogni traccia di file o dati sensibili; ma se non avete segreti militari da nascondere, un passaggio di dd è più che sufficiente, specie se il disco verrà subito riutilizzato (verranno progressivamente sovra-scritte le impronte ancora presenti).

 Paolo
sudo dd if=/dev/zero of=/dev/sdx bs=10M  oppure  
sudo dd if=/dev/random of=/dev/sdx bs=10M

Dove /dev/sdx va sostituito con il dispositivo da formattare.

bs indicata il numero di bit/sec utilizzati per la scrittura.

Dopo 4-5 ore il vostro disco sarà come nuovo!

La procedura 1) scrive solo valori 0 su tutto il disco. Se qualcuno volesse però tentare un recupero dati questo riuscirebbe a recuperare un bel po’ di informazioni.

Per cancellare in maniera permanente il disco si utilizza la procedura 2) e si consiglia di ripetere più volte l’operazione cambiando il passo di scrittura (il “bs” per capirci!)